Lo scorrere del fiume Adda non è quello di un normale corso d’acqua dalla vita tranquilla e scontata, ma quello di un fiume dalla personalità spiccata, che muta e si rinnova di continuo.

Uscita dal lago di Garlate e da quello più piccolo di Olginate, l’Adda scorre lenta, “in lucido serpeggiamento pur tra i monti che l’accompagnano” (è il Manzoni che ne parla in questo modo), in un fondovalle alluvionale. Poco dopo il ponte di Paderno, nella profonda e verde gola scavata lungo i secoli, il corso del fiume cambia improvvisamente. Una serie di rocce, speroni e dirupi interrompe il suo procedere placido e silenzioso, provocando rapide spumeggianti. Si trova qui, in territorio di Paderno, il caratteristico rilievo dei Tre Corni che spicca nell’alveo del fiume.

Qui, l’acqua, infrangendosi lungo le rocce in ceppo dell’Adda, crea vorticosi giochi e proprio a causa di questo tratto di fiume, già nel 1500 si era pensato di costruire un Naviglio che permettesse la navigazione ai barconi che venivano da Lecco. Questo tratto di fiume, per il suo fascino, per le sue problematiche, per i moti dell’acqua e per la bellezza naturalistica, ha ispirato anche il genio di Leonardo da Vinci.

Oltre a numerosi disegni e schizzi, oggi raccolti nel Codice Atlantico, che sono riconducibili agli studi che Leonardo faceva dei moti dell’acqua, e al progetto per il Naviglio di Paderno (ricordiamo che Leonardo ha soggiornato a lungo a Vaprio d’Adda, precisamente in Villa Melzi) i Tre Corni molto probabilmente sono stati l’ispirazione per il fondale paesaggistico della famosa “Vergine delle rocce” (1483-1486, Museo del Louvre). Osservando lo sfondo, oltre la caverna simboleggiante l’utero materno, con la caratteristica prospettiva sfumata del Genio, si riconoscono tre speroni rocciosi e un corso d’acqua che sono verosimilmente riconducibili ai Tre Corni.