Nel cuore dell’Ecomuseo «Adda di Leonardo», arroccato su di uno sperone roccioso, sorge un piccolo santuario immerso nella natura, il cui nome svela già le sue origini: Santa Maria della Rocchetta, dal castrum qui dicitur Rauca (“il fortilizio noto come Rocca”) sui cui resti il santuario venne edificato. Campagne di scavi archeologici condotte tra il 1998 e il 2000 hanno permesso di riportare alla luce testimonianze che datano l’insediamento almeno al periodo tardoromano (V secolo d.C., epoca a cui è viene fatta risalire la cisterna emersa dagli scavi): all’epoca sullo sperone della Rocchetta doveva essere presente un piccolo fortilizio, edificato per controllare i guadi dell’Adda e – di conseguenza – la strada per Milano. L’insediamento continuò ad essere abitato nel periodo altomedievale, di cui ci è rimasta testimonianza grazie alla presenza di due tombe (ora coperte); al Basso Medioevo risalgono invece un forno e una seconda cisterna, databile al XIV secolo (anch’essi ora coperti).

Il santuario, per come appare oggi, risale al 1386, lo stesso anno in cui furono avviati i lavori di edificazione del Duomo di Milano, e la sua costruzione si deve alla volontà di Beltrando da Cornate, facoltoso medico milanese che fu anche fra i primi a destinare una donazione per il Duomo stesso. Grazie a Beltrando, la torre di avvistamento del fortilizio già presente, risalente al 400 d.C., fu parzialmente abbattuta, e i materiali furono utilizzati per costruire la parte absidale della chiesetta e gli alloggi per i monaci dell’Ordine di Sant’Agostino, cui Beltrando aveva donato il complesso. Un atto documentario del 1387 rivela che all’epoca il santuario era abitato dal priore e da soli altri tre monaci.

Quando, nei primi decenni del XV secolo, il fiume Adda divenne confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, venne riscoperta l’importanza della Rocchetta come presidio strategico: Filippo Maria Visconti inviò dapprima alcuni soldati, poi fece edificare un ampio fortilizio che finì per inglobare il santuario, costringendo i frati agostiniani ad abbandonarlo. Nel 1484 il Generale dell’Ordine sancì la definitiva soppressione del convento. Nel corso del XVI secolo la fortezza abbandonata divenne un rifugio per ladri e banditi e per questo ogni struttura, ad eccezione della chiesina, venne abbattuta. Fonti documentarie ci confermano che questo avvenne dopo il 1610.

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