Nel 1898, quando entrò in funzione la centrale Bertini, sembrava che la sua potenza fosse spropositata, e che l’energia prodotta sarebbe stata difficile da vendere. Ma solo pochi anni più tardi si rese necessaria la costruzione di un secondo impianto, più potente di quello precedente: la centrale idroelettrica Esterle.

Il 15 maggio 1914, quattro anni dopo l’inizio dei lavori, viene inaugurata la nuova centrale idroelettrica, intitolata all’Ing. Carlo Esterle, consigliere delegato della Società Edison. La centrale fu costruita poco più di un chilometro a valle della Bertini. L’opera di presa, denominata Diga Nuova, fu realizzata a Robbiate, un chilometro più a monte della diga di Paderno, che da allora venne chiamata Diga Vecchia.

Il nuovo impianto forniva energia alla città di Milano, alle industrie, alla tratta ferroviaria Monza-Lecco e ai paesi dell’hinterland. Durante la Prima Guerra Mondiale fu colpito dai bombardamenti austriaci ma, per fortuna, i danni furono modesti.

La centrale Esterle è un vero e proprio capolavoro dell’ingegno italiano ed è particolarmente nota per la sua bellezza. Siamo di fronte ad un esempio di architettura eclettica lombarda applicata all’industria. All’esterno dell’edificio predomina il rosso del mattone a vista e del cotto. I minuziosi ornamenti, il pavimento a mosaico, le colonne, i capitelli, i lampioni in ferro battuto, i gocciolatoi a forma di testa di drago, le vetrate e la base in ceppo dell’Adda la fanno apparire più come una residenza signorile che come un edificio industriale.